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Vigneti Marmobianco nasce da un sogno. Il sogno di contribuire a far conoscere le caratteristiche dei vini del territorio di Carrara, vocatissimo e conosciuto nel corso dei secoli per l’eccellenza dei suoi prodotti ma che negli ultimi decenni ha visto l’abbandono di gran parte dei suoi storici vigneti a causa della loro conformazione ripida e della fatica necessaria per lavorarli esclusivamente a mano.
È un sogno difficile e molto faticoso: ma se verrete in vigna a trovarci capirete come sia un sogno del quale è impossibile non innamorarsi.
Vigneti Marmobianco nasce da un sogno. Il sogno di contribuire a far conoscere le caratteristiche dei vini del territorio di Carrara, vocatissimo e conosciuto nel corso dei secoli per l’eccellenza dei suoi prodotti ma che negli ultimi decenni ha visto l’abbandono di gran parte dei suoi storici vigneti a causa della loro conformazione ripida e della fatica necessaria per lavorarli esclusivamente a mano.
È un sogno difficile e molto faticoso: ma se verrete in vigna a trovarci capirete come sia un sogno del quale è impossibile non innamorarsi.
Tra il Mar Tirreno e le Alpi Apuane si innalza una serie di colline di varia morfologia e conformazione geologica (arenarie calcareo-argillose, rocce scistose, quarziti, feldspati) ma tutte caratterizzate da ripide pendenze (fino al 70-80%).
La viticoltura è attestata in questa zona sin dal III secolo A.C., ed il Monte Libero (che in realtà è una collina ancor oggi ricca di vigneti) ha preso già nell’antichità questo nome da Liber Pater, il dio latino del vino assimilabile al Dioniso greco, proprio a causa della sua vocazione per la viticoltura.
Tra il Mar Tirreno e le Alpi Apuane si innalza una serie di colline di varia morfologia e conformazione geologica (arenarie calcareo-argillose, rocce scistose, quarziti, feldspati) ma tutte caratterizzate da ripide pendenze (fino al 70-80%).
La viticoltura è attestata in questa zona sin dal III secolo A.C., ed il Monte Libero (che in realtà è una collina ancor oggi ricca di vigneti) ha preso già nell’antichità questo nome da Liber Pater, il dio latino del vino assimilabile al Dioniso greco, proprio a causa della sua vocazione per la viticoltura.
Le nostre vigne si trovano sulle colline di Bonascola e di Moneta, con esposizione Sud-Sud Ovest, e sono battute costantemente dalle brezze marine e dai venti che scendono dalle montagne. Le viti sono per la maggior parte vecchie ed esclusivamente di varietà tipiche del territorio; per i necessari rimpiazzi utilizziamo le medesime varietà di vitigni. In vigna, no assoluto a diserbanti, fitofarmaci sistemici o insetticidi di sintesi: Lavoriamo con un protocollo strettamente biologico utilizzando pochissimo rame, zolfo, olio di arancio, estratti di alghe e batteri antagonisti.
Le nostre vigne si trovano sulle colline di Bonascola e di Moneta, con esposizione Sud-Sud Ovest, e sono battute costantemente dalle brezze marine e dai venti che scendono dalle montagne. Le viti sono per la maggior parte vecchie ed esclusivamente di varietà tipiche del territorio; per i necessari rimpiazzi utilizziamo le medesime varietà di vitigni. In vigna, no assoluto a diserbanti, fitofarmaci sistemici o insetticidi di sintesi: Lavoriamo con un protocollo strettamente biologico utilizzando pochissimo rame, zolfo, olio di arancio, estratti di alghe e batteri antagonisti.
La nostra piccola cantina di vinificazione si trova a 650 metri di altitudine ed è per buona parte scavata nella roccia: ci garantisce quindi un microclima ideale per la vinificazione e l’affinamento dei vini.
Il nostro scopo è trasferire in bottiglia le caratteristiche del nostro territorio, pertanto gli interventi in cantina sono ridotti al minimo per poter mantenere l’integrità e la tipicità del frutto.
Anche in vinificazione utilizziamo un protocollo strettamente biologico: solo una minima aggiunta di solforosa per la stabilizzazione e tanta, tanta cura ed attenzione.
Vi aspetto in vigna per scoprire di più sul nostro lavoro e degustare i nostri vini e, se siete amanti delle camminate, per ammirare di persona i ripidi pendii sui quali crescono le nostre preziose uve.
di Francesco Ferrari.